Ora alla prova dei fatti della lotta alle violenze
omofobiche
Ora alla prova dei fatti della lotta alle violenze omofobiche
DIRE, Roma, 19 giu. - Il governo dichiara guerra allo stalking. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato
ieri un disegno di legge "snello" (6 articoli), che introduce il nuovo reato di "atti persecutori" o "molestie insistenti" - lo stalking, appunto - per cui si prevede una pena da uno a quattro anni di reclusione, aumentati se il fatto è commesso da un partner, o da un ex compagno. Prevista anche "la pena dell'ergastolo in caso di omicidio preceduto da stalking". Il provvedimento porta la firma dei ministeri della Giustizia e delle Pari Opportunità. Il testo è ispirato a quello licenziato, nella scorsa legislatura, dalla commissione Giustizia della Camera.
All'articolo 1 del ddl sulle modifiche al codice penale, si legge che viene introdotto il nuovo reato di "atti persecutori, consistente nel porre in essere minacce reiterate o molestie con atti tali da creare nella vittima un perdurante stato di ansia, o paura o un fondato timore per l'incolumità propria o di persona legata da relazione affettiva o a costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita". I limiti della pena vengono "adeguati alla gravità del reato", dunque vanno "da uno a quattro anni" di reclusione, limiti, si legge ancora nell'articolo, che "sono aumentati se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato, o divorziato, o da persona che sia stata legata alla vittima da relazione affettiva". La pena, inoltre, "è aumentata da un terzo alla metà se il fatto è commesso ai danni di un minore, ovvero se ricorre una delle condizioni previste dall'articolo 339". Sebbene il delitto sia punito a querela della persona offesa, "si procede tuttavia d'ufficio" se il reato è connesso con altri per cui si deve procedere d'ufficio. E' prevista, inoltre, "la pena dell'ergastolo in caso di omicidio preceduto da stalking".
"Esprimo soddisfazione - afferma il ministro alle Pari Opportunità, Mara Carfagna - perché il nostro governo ha dato un segnale forte e chiaro introducendo il delitto di violenza sessuale e quello di violenza sessuale di gruppo tra quelli per i quali è previsto l'arresto in flagranza, con conseguente applicazione del rito direttissimo e immediato".
Accolgo con grande piacere questo provvedimento licenziato dal Governo, in base al quale si istituisce nel codice penale italiano il reato di stalking. Spieghiamo in breve cos’è lo stalking, perché questa parola inglese poco comprensibile nasconde grandi violenze. Lo stalking indica “una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità”. Colpisce le donne soprattutto sui luoghi di lavoro e negli affetti.
La strategia del Governo di separare l’approvazione del disegno di legge sullo stalking da quello contro l’omofobia deve trovare il movimento LGBTQ unito nel domandare ora a gran voce di mettere alla prova la volontà annunciata di combattere le violenze omofobiche. Che sia messo in calendario con uguale rapidità l’approvazione del disegno di legge contro l’omofobia. Sarà questa la cartina di tornasole sulla quale misureremo e giudicheremo l’operato del Ministro delle Pari Opportunità e del Governo Berlusconi.
DIRE, Roma, 19 giu. - Il governo dichiara guerra allo stalking. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato
ieri un disegno di legge "snello" (6 articoli), che introduce il nuovo reato di "atti persecutori" o "molestie insistenti" - lo stalking, appunto - per cui si prevede una pena da uno a quattro anni di reclusione, aumentati se il fatto è commesso da un partner, o da un ex compagno. Prevista anche "la pena dell'ergastolo in caso di omicidio preceduto da stalking". Il provvedimento porta la firma dei ministeri della Giustizia e delle Pari Opportunità. Il testo è ispirato a quello licenziato, nella scorsa legislatura, dalla commissione Giustizia della Camera.
All'articolo 1 del ddl sulle modifiche al codice penale, si legge che viene introdotto il nuovo reato di "atti persecutori, consistente nel porre in essere minacce reiterate o molestie con atti tali da creare nella vittima un perdurante stato di ansia, o paura o un fondato timore per l'incolumità propria o di persona legata da relazione affettiva o a costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita". I limiti della pena vengono "adeguati alla gravità del reato", dunque vanno "da uno a quattro anni" di reclusione, limiti, si legge ancora nell'articolo, che "sono aumentati se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato, o divorziato, o da persona che sia stata legata alla vittima da relazione affettiva". La pena, inoltre, "è aumentata da un terzo alla metà se il fatto è commesso ai danni di un minore, ovvero se ricorre una delle condizioni previste dall'articolo 339". Sebbene il delitto sia punito a querela della persona offesa, "si procede tuttavia d'ufficio" se il reato è connesso con altri per cui si deve procedere d'ufficio. E' prevista, inoltre, "la pena dell'ergastolo in caso di omicidio preceduto da stalking".
"Esprimo soddisfazione - afferma il ministro alle Pari Opportunità, Mara Carfagna - perché il nostro governo ha dato un segnale forte e chiaro introducendo il delitto di violenza sessuale e quello di violenza sessuale di gruppo tra quelli per i quali è previsto l'arresto in flagranza, con conseguente applicazione del rito direttissimo e immediato".
Accolgo con grande piacere questo provvedimento licenziato dal Governo, in base al quale si istituisce nel codice penale italiano il reato di stalking. Spieghiamo in breve cos’è lo stalking, perché questa parola inglese poco comprensibile nasconde grandi violenze. Lo stalking indica “una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità”. Colpisce le donne soprattutto sui luoghi di lavoro e negli affetti.
La strategia del Governo di separare l’approvazione del disegno di legge sullo stalking da quello contro l’omofobia deve trovare il movimento LGBTQ unito nel domandare ora a gran voce di mettere alla prova la volontà annunciata di combattere le violenze omofobiche. Che sia messo in calendario con uguale rapidità l’approvazione del disegno di legge contro l’omofobia. Sarà questa la cartina di tornasole sulla quale misureremo e giudicheremo l’operato del Ministro delle Pari Opportunità e del Governo Berlusconi.
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